I risultati dei nostri monitoraggi: un aggiornamento sui report dal 2013 al 2019

Nel 2019, 114 nuovi report di monitoraggio civico sono stati aggiunti alla nutrita lista dei report di Monithon, tutti consultabili e scaricabili dal nostro sito. Ogni report valuta l’avanzamento e l’efficacia di un progetto finanziato da risorse pubbliche in Italia. Considerando l’ammontare totale dei fondi monitorati nel tempo, dal 2013 al 2019, quest’anno fa segnare un nuovo record. Sono oltre 3 miliardi gli investimenti monitorati da gennaio a giugno 2019 in 588 report, molti dei quali consistono in Fondi Europei per lo sviluppo regionale e la coesione territoriale.

Quest’anno, tutti i report tranne uno sono stati creati dagli studenti delle scuole superiori partecipanti al progetto “A Scuola di OpenCoesione” (ASOC) della Presidenza del Consiglio, un’iniziativa ormai considerata buona pratica a livello europeo e recentemente estesa ad altri paesi. ASOC, sempre dal 2013, impegna studenti e insegnanti in un percorso didattico a forte vocazione civica, che punta su accountability, data journalism e monitoraggio civico grazie all’uso dei dati sull’utilizzo dei fondi pubblici pubblicati sul portale OpenCoesione. Monithon è uno dei principali strumenti di questo percorso, a cui fornisce metodi, esperienze e tool informatici per l’invio di informazioni quali-quantitative.

Un report è stato invece sviluppato a Giugno da un gruppo di studenti dell’Università di Torino, come step finale di un corso creato dall’Università di Torino in stretta collaborazione con il Centro Europe Direct della Città. Il corso è specificatamente dedicato alle politiche europee e al monitoraggio civico.

In questo post, siamo orgogliosi di presentare un aggiornamento dei principali dati aggregati sui risultati del monitoraggio civico di monithon dal 2013 al 2019, con l’obiettivo di disseminare questa pratica verso i decisori pubblici, i funzionari delle amministrazioni coinvolte nella gestione e nell’attuazione delle politiche, i giornalisti e tutti i cittadini interessati, comprese le tante associazioni interessate a singoli aspetti o a particolari progetti pubblici finanziati. I dati presentati qui comprendono, quindi, anche i report sviluppati nel corso delle passate edizioni di ASOC, e quelli creati da associazioni e gruppi informali negli anni scorsi.

Clicca qui per scaricare l’infografica completa di tutti i dati aggregati dal 2013 al 2019

Cosa è stato monitorato

Considerando tutti i report creati a partire dal 2013, l’ammontare totale di fondi pubblici oggetto del monitoraggio è aumentato nel tempo fino a raggiungere la quota di 7,35 miliardi di euro. Molti di questi fondi (circa il 70%) sono dedicati a grandi infrastrutture di trasporto come linee ferroviarie e metropolitane. Sono cifre a nostro parere ragguardevoli, considerando che il valore totale dei progetti tracciati su OpenCoesione è ora pari a 140 miliardi: circa il 5% del totale dei fondi pubblici per la Politica di Coesione dal 2007 al 2019 è stato monitorato da un qualche gruppo di monitoraggio civico.

Possiamo anche notare che i fondi europei sono considerati particolarmente interessanti dai gruppi di monitoraggio, visto che il 72% dei fondi derivano da fonti comunitarie.

I risultati del monitoraggio civico: Una vista d’insieme

In generale, la maggior parte dei progetti che sono stati valutati (63%) hanno ottenuto un giudizio positivo. In particolare, il 41% risultavano completi e sono stati giudicati utili, mentre il 22% sono ancora in corso senza presentare particolari problemi.

Un terzo dei progetti, però, ha presentato problemi rilevanti. Il 18.1% dei progetti mostrano ritardi o altri problemi di attuazione. Altri progetti hanno problemi nella fase di avvio, durante la pianificazione o per problemi amministrativi (10,7%). E’ particolarmente interessante per i decisori pubblici il giudizio dei gruppi di monitoraggio sui risultati e sull’efficacia dei progetti dal punto di vista dei “beneficiari finali”, cioè dei cittadini e delle imprese che beneficeranno degli investimenti pubblici.

Mentre i risultati previsti dal progetto sono considerati non pienamente realizzati solo nel 3,2% dei report, diverso giudizio riguarda l’efficacia dei progetti per l’utente finale. Il 9,2% dei report di monitoraggio contiene dubbi sulla capacità dei progetti, seppur completati con successo, di rispondere ai bisogni dei territori considerando il più ampio contesto in cui gli investimenti si vanno a realizzare. Ad esempio, il 2,7% dei progetti risponde pienamente agli obiettivi realizzativi posti sulla carta, ma i pratica risulta inutile in mancanza di ulteriori interventi complementari che ancora mancano, sono in ritardo, o non sono proprio previsti nella programmazione delle politiche pubbliche per quel particolare territorio.

I suggerimenti dei gruppi di monitoraggio

Fortunatamente, ogni report di monitoraggio comprende anche una specifica sezione con idee e suggerimenti per i policy makers e le comunità locali. Un terzo dei report contiene suggerimenti su come migliorare lo specifico progetto che è stato monitorato, sulla base delle evidenze, interviste e ricerche condotte nel corso di diverse settimane. Altri commenti possono essere classificati in tre tipologie principali.

La prima riguarda lo sviluppo ulteriore del progetto per garantire un impatto ancora maggiore. Questo significa che, in questi casi, il progetto è ritenuto molto utile e andrebbe quindi espanso con ulteriori fondi, anche eventualmente garantendo la presenza di quelle condizioni e interventi “complementari” di cui si discuteva nel paragrafo precedente.
Il secondo tipo riguarda invece il miglioramento degli aspetti che riguardano la “governance” degli interventi: questo è il caso in cui le amministrazioni non si parlano tra loro, si accusano a vicenda per lentezze e ritardi, oppure non coinvolgono appieno la cittadinanza nelle scelte che riguardano direttamente i territori.
L’ultimo tipo di suggerimenti, riguarda invece la comunicazione dei progetti. Spesso le amministrazioni finanziano progetti utili che però rimangono sconosciuti alla cittadinanza, con la conseguenza che il livello di efficacia è ampiamente migliorabile grazie ad una comunicazione più mirata verso i potenziali soggetti target, una volta realizzato l’intervento.

Verso un nuovo anno di monitoraggio civico

Un nuovo anno (scolastico e accademico) sta per iniziare e noi di Monithon non vediamo l’ora. Per la prima volta, il percorso didattico di A Scuola di OpenCoesione verrà replicato e testato in 7 nuovi contesti europei. Si tratta di due stati – Bulgaria e Croazia e cinque regioni – Alentejo (Portogallo), Catalogna (Spagna), Peloponneso, Tessaglia and Isole ionie (Grecia). Tutto questo grazie agli sforzi e ai fondi resi disponibili dalla Commissione Europea, che ha supportato il monitoraggio civico dall’inizio. E’ bello ricordare come anche la prima edizione di ASOC ebbe come protagoniste 7 scuole, che per prime sperimentarono il percorso.

Questo esperimento ci sembra la più concreta soluzione per diffondere la pratica del monitoraggio civico a scuola, e siamo più che disponibili a condividere la nostra conoscenza, i nostri metodi e i nostri strumenti ai team di lavoro che si stanno costituendo, così come abbiamo fatto per ASOC in questi ultimi anni. In particolare, sarà molto interessante vedere come l’approccio e il percorso di ASOC verranno adattati a contesti territoriali con caratteristiche molto diverse tra loro, ma accomunati dalle stesse regole e caratteristiche della politica di Coesione europea, su cui si concentrano gli sforzi di monitoraggio.

2 commenti
  1. Catoblepa63
    Catoblepa63 dice:

    buongiorno, sono un quasi pensionato, l’iniziativa mi pare bella, (complimenti a chi ha fatto la tabella dei questionari) ritengo tuttavia che questa storia del monithon oltre ad essere una cosa utile allo statistico e forse al programmatore , dovrebbe essere soprattutto l’occasione di sviluppare delle forme di presa di consapevolezza collettiva sociale, ma anche istituzionale, andando un pò al di là della dimensione individuale del monitoraggio, attraverso la promozione di momenti di confronto collettivo (sul modello dei living lab) in cui prendendo come esempio un’opera compiuta, si organizzino dei laboratori in cui coinvolgere i soggetti della filiera – compreso il programmatore – per capire dove e perchè gli intoppi si sono verificati e come sia possibile risolverli ai vari livelli del percorso procedurale.
    Una gestione ordinata del laboratorio potrebbe dare importanti elementi di riflessione sulle ricadute nel campo della programmazione, della progettazione, della realizzazione, della gestione e dell’uso compatibile e auspicabile delle opere finanziate.

    Rispondi
    • Redazione
      Redazione dice:

      Grazie del commento Catoblepa! 🙂
      E’ un’ottima proposta. Sarebbe fantastico se la PA si impegnasse in modo sostanziale in questo tipo di confronto civico strutturato, senz’altro ne risulterebbero grandi benefici per la collettività. In passato non sono mancati casi concreti di questo tipo di impegno, nonché buoni esempi di collaborazione. Noi siamo disponibili a dare il nostro contributo per portare questi casi al livello successivo.

      Rispondi

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *