L’ambiente… sotto la lente

Risultati e prospettive del progetto “Rete di monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente”

26/11/2021 di Redazione

A dicembre 2020, dopo essersi aggiudicate il bando 2020 “Sostegno al coinvolgimento dei cittadini nell’attuazione della politica di coesione” della Direzione Generale per la Politica regionale e urbana (DG REGIO) della Commissione Europea, le associazioni Lunaria e Monithon hanno avviato il progetto “Una rete nazionale di monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile”. Il progetto, della durata di un anno, ha potuto avvalersi del sostegno di un nutrito gruppo di realtà del mondo accademico, istituzionale, della società civile: la Campagna Sbilanciamoci!, il Dipartimento Culture, Politica e Società dell’Università degli Studi di Torino, la Città metropolitana di Torino e Europe Direct Torino, l’iniziativa OpenCoesione del Dipartimento per la Coesione della Presidenza del Consiglio.

Quella che segue è la storia del progetto e dei suoi dodici, intensi, mesi di attività. Ma, prima di cominciare, è necessario fare un passo indietro e introdurre il tema del monitoraggio civico, da cui tutto è partito…

1. Il monitoraggio civico: cos’è, a cosa serve, perché serve

Il Monitoraggio civico dei fondi pubblici è una forma di partecipazione attiva alla vita pubblica e di cittadinanza consapevole che concentra l’attenzione sugli interventi finanziati nei territori da risorse pubbliche; comprende attività di verifica, controllo, raccolta di idee e proposte, attuabili da parte di cittadini singoli o in comunità, nei confronti delle decisioni pubbliche. 

Diversi possono essere gli obiettivi; ad esempio, in termini di efficacia, pratiche di monitoraggio civico possono portare a un maggiore allineamento delle decisioni pubbliche con i bisogni dei beneficiari finali: avere la possibilità di scoprire e valutare l’impatto reale dei progetti nella vita quotidiana delle persone può aumentare la qualità della partecipazione delle comunità locali alle politiche pubbliche e influenzare positivamente la realizzazione degli interventi, rendendoli più vicini ai bisogni delle comunità locali. 

Uno dei primi esempi di misurazione dal basso dell’efficacia dei progetti pubblici è l’iniziativa Mapping for results della Banca Mondiale. Realizzata nel 2011, una mappa mostra i progetti finanziati in varie aree del mondo, dall’Egitto all’Indonesia, fornendo dettagli su obiettivi e stato di realizzazione. Attraverso un programma specifico, il personale della Banca Mondiale invitava le comunità locali a giudicare l’efficacia dei progetti e caricare foto e altro materiale multimediale, che veniva poi pubblicato sulla stessa mappa.

Anche in Italia non mancano le esperienze in questo senso. Ad esempio, le azioni promosse da Cittadinanzattiva per la valutazione dei servizi sanitari e delle politiche pubbliche hanno tra gli obiettivi “fornire ai cittadini strumenti per attivarsi e dialogare a un livello più consapevole con le istituzioni” e “rafforzare il potere di intervento dei cittadini nelle politiche pubbliche, attraverso la valorizzazione delle loro competenze e del loro punto di vista”; non solo, quindi, promuovere i diritti dei cittadini in ambito sanitario, ma anche migliorare l’organizzazione delle istituzioni, in questo caso il sistema sanitario nazionale.

Altre iniziative rilevanti hanno l’obiettivo primario di portare alla luce eventuali episodi di corruzione o di uso improprio delle risorse collettive. Il modello degli Integrity Pacts, per esempio, concepito e sperimentato da Transparency International già dagli anni ’90, prevede che enti pubblici, società civile e altre parti interessate si impegnino a migliorare la trasparenza e la responsabilità in un processo di appalto pubblico. Agendo da monitore indipendente, un’organizzazione della società civile garantisce il rispetto della normativa applicabile e la gestione dei rischi di corruzione. Con il contributo della Commissione Europea, questo modello è stato recentemente applicato anche ai fondi per la coesione territoriale in Italia, combinando l’approccio tradizionale con pratiche partecipative grazie alle innovazioni introdotte da Transparency International Italia, ActionAid e Amapola.

In termini di benefici, le pratiche di monitoraggio civico possono portare all’aumento del livello di consapevolezza e di capitale civico all’interno delle comunità coinvolte; dal punto di vista delle pubbliche amministrazioni, una collaborazione stabile con la cittadinanza e i relativi feedback strutturati possono migliorare la qualità delle decisioni e generare idee per meglio reinventare l’azione pubblica. Tutto questo può generare sia effetti positivi sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni, sia un rafforzamento della capacità della pubblica amministrazione.

Un fattore determinante per il monitoraggio civico è la disponibilità di dati e di informazioni, e in particolare quelle derivanti dal monitoraggio amministrativo. Ad esempio, dal 2012 in Italia, sul portale OpenCoesione (iniziativa di open government sulle politiche di coesione) sono disponibili, in formato aperto per il libero riuso, dati su risorse programmate, spese, localizzazioni, ambiti tematici, soggetti programmatori e attuatori, tempi di realizzazione, pagamenti dei singoli progetti.

Proprio da una proposta del team di OpenCoesione, nel 2013 nasce anche Monithon, una maratona di monitoraggio “civico” dei fondi europei e nazionali, che affianca a quello “ufficiale” amministrativo un monitoraggio “partecipativo”, che sfrutta competenze ed energie dei beneficiari finali per giudicare e migliorare l’efficacia dei progetti finanziati. Monithon si è poi evoluto in una metodologia e una piattaforma per la condivisione dei “Report di Monitoraggio Civico”, che consentono di raccogliere informazioni comparabili provenienti da gruppi di monitoraggio diffusi in tutta Italia. Una redazione nazionale si occupa di sviluppare strumenti comuni, supportare le attività sul campo e validare i report per la pubblicazione. 

Ad oggi, Monithon offre una metodologia convalidata e una cassetta degli attrezzi per chiunque voglia impegnarsi a osservare progetti pubblici, dalla programmazione dell’intervento alla sua realizzazione. La piattaforma è utilizzata prevalentemente dagli studenti medi del progetto A scuola di OpenCoesione e dagli universitari (ad esempio, gli studenti del laboratorio Politiche di coesione europee e strategie di comunicazione dei territori dell’Università di Torino), ma anche da singoli cittadini, associazioni, comunità locali.

2. Il monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente

Il progetto “Una rete nazionale di monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile” nasce proprio dall’intreccio e dalla contaminazione tra le competenze e l’esperienza di Monithon nel campo del monitoraggio civico e quelle di Lunaria sul fronte dell’animazione civica.

Il naturale punto di incontro è appunto il tema – cruciale e ineludibile, oggi, di fronte ai drammatici effetti della crisi climatica – dell’ambiente e della sostenibilità; l’obiettivo, la realizzazione di un piano complementare e diversificato di azioni legate al monitoraggio civico dei progetti e delle opere su questi capitoli finanziati dalla Politica di Coesione dell’Unione Europea in Italia: dalla mobilità sostenibile alla prevenzione e mitigazione del dissesto idrogeologico e dei cambiamenti climatici, dalla tutela della biodiversità alla valorizzazione del patrimonio naturalistico e paesaggistico, dalla transizione energetica al miglioramento della qualità del servizio idrico integrato e della gestione del ciclo dei rifiuti, alla promozione dell’economia circolare.

Ecco le domande-guida a cui il progetto di Lunaria e Monithon ha cercato di dare risposta:

  • Quali sono, a quanto ammontano e dove sono localizzati di preciso i progetti in campo ambientale finanziati in Italia tramite le risorse della Politica di Coesione UE?
  • Come monitorare la loro effettiva realizzazione e il loro impatto sui beneficiari identificati e sui territori interessati?
  • Come stimolare la partecipazione pubblica e un’interlocuzione fruttuosa su questi temi tra i cittadini e i decisori politici e amministrativi?
  • Come promuovere nel nostro Paese la cultura e la pratica del monitoraggio civico ambientale?

A partire da queste tracce, il progetto si è mosso con le sue azioni percorrendo tre assi strategici.

  1. Ideare, migliorare, diffondere metodi e strumenti di monitoraggio civico ambientale

Ad aprile 2021 è stato lanciato il Project Finder, realizzato dal team di Monithon in collaborazione con i designer e gli sviluppatori di Sheldon Studio a partire dai dati aperti pubblicati da OpenCoesione. Project Finder è una piattaforma online innovativa che consente in modo semplice e immediato, attraverso una mappa interattiva, di localizzare e reperire tutte le informazioni rilevanti sui progetti finanziati in campo ambientale nel nostro Paese dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2014-2020.

Nella mappa sono rappresentati gli oltre 7.600 progetti FESR su molti ambiti di intervento, come l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e delle imprese, la mobilità sostenibile, la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e dei cambiamenti climatici, la gestione del ciclo dei rifiuti, l’ammodernamento delle reti idriche, il trattamento delle acque reflue, la tutela della biodiversità, la valorizzazione del patrimonio ambientale e naturale. Con il Project Finder si possono selezionare i progetti più interessanti filtrandoli per tema, categoria di progetto, dimensione di budget, anno di inizio, stato di avanzamento. Cliccando su un bottone contenuto nella scheda descrittiva di ciascun progetto si può inoltre avviare il suo monitoraggio civico, accedendo all’area di lavoro di Monithon.

Il Project Finder è diventato quindi l’elemento portante di un toolkit per il monitoraggio civico ambientale, una cassetta degli attrezzi virtuale, sviluppata grazie al contributo del progetto e a disposizione delle comunità monitoranti, che ospita numerosi materiali: la guida interattiva MoniTutor e i relativi video-tutorial, una guida passo per passo all’intero percorso di monitoraggio civico, con consigli pratici e suggerimenti per ciascuno degli step previsti, una guida alla redazione del report di monitoraggio civico, casi di utilizzo, testimonianze e altri materiali formativi.

  1. Realizzare attività di formazione e sensibilizzazione, e stimolare il dialogo con le istituzioni

La metodologia e gli strumenti di monitoraggio civico ambientale implementati nel corso del progetto sono stati messi al centro di specifiche sessioni di formazione nel corso della due giorni del convegno “Nuove frontiere della partecipazione. Il monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente”, tenutosi online il 16 aprile e il 21 maggio 2021. L’evento ha consentito non soltanto di trasmettere a tutti gli interessati le competenze per condurre azioni di monitoraggio civico nei propri territori, ma anche di entrare in contatto e di attivare alcuni gruppi che si sono avvalsi per primi della metodologia del progetto, portando a termine 8 azioni sperimentali in Piemonte, in Sicilia e in Molise. In particolare:

  • a Torino, gli studenti del laboratorio “Politiche di coesione europee e strategie di comunicazione dei territori” dell’Università degli Studi di Torino hanno monitorato i sei progetti sulla mobilità sostenibile nel capoluogo piemontese finanziati dal PON Città Metropolitane 2014-2020, realizzando anche un video su questa esperienza.
  • a Catania, le studentesse del Master di II livello in “Diritto dell’ambiente e gestione del territorio” dell’Università degli Studi di Catania hanno monitorato un progetto sulla realizzazione di una pista ciclabile nel quartiere di Librino finanziato dal PON FESR FSE Città Metropolitane.
  • a Campobasso, le attiviste e gli attivisti di ActionAid Molise hanno monitorato un progetto per il miglioramento dell’efficienza della rete idrica comunale nel capoluogo molisano finanziato dal PAR FSC Molise.

Non solo: la presentazione di queste azioni di monitoraggio è stata accompagnata da un’interlocuzione con decisori pubblici e Autorità di Gestione dei programmi monitorati, coinvolgendo anche alcuni rappresentanti della DG REGIO. A partire dai risultati dei monitoraggi effettuati, si è così potuto sviluppare un dialogo informato e partecipato tra cittadinanza monitorante e istituzioni pubbliche, in un’ottica condivisa di miglioramento della programmazione, dell’attuazione e della valutazione dei progetti e degli interventi in campo ambientale finanziati in Italia dalle risorse comunitarie.

  1. Promuovere nella società civile la cultura e la pratica del monitoraggio civico ambientale

Il patrimonio di competenze, risorse, strumenti di monitoraggio civico che si è via via arricchito e sedimentato nel corso del progetto è stato messo al servizio di un ultimo, ma non meno importante, obiettivo strategico: il rafforzamento delle relazioni tra le realtà della società civile attive sui temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, della trasparenza e della partecipazione.

Questo obiettivo è stato tradotto concretamente, attraverso un lavoro di networking e all’organizzazione di una tavola rotonda con 12 organizzazioni nel corso del sopra richiamato convegno, in una “chiamata all’azione” per intraprendere iniziative di monitoraggio civico dei progetti ambientali finanziati dalle risorse europee. Con la creazione di un gruppo Facebook e di una mailing list, i promotori del progetto si sono messi a disposizione di queste realtà per fornire percorsi di supporto e accompagnamento personalizzati, in modo da facilitare le loro iniziative.

Inoltre, nel corso del progetto le Autorità di Gestione del PON Città Metropolitane e dei POR FESR di sei Regioni (Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Sardegna, Sicilia, Toscana), insieme allo Europe Direct di Torino e della Regione Lombardia, hanno accordato la propria disponibilità a fornire informazioni e assistenza ai gruppi civici locali che intendano monitorare i progetti finanziati con i fondi del PON Metro 2014-2020 o dei POR FESR 2014-2020 in questi territori: un bel risultato sulla strada della valorizzazione del monitoraggio civico ambientale come strumento efficace per migliorare la qualità della nostra democrazia, aprendo spazi di interlocuzione con le istituzioni grazie alla partecipazione, all’impegno e al contributo concreto dei cittadini attivi.

È da questo percorso intrapreso con le realtà della società civile italiana che scaturisce, infine, REMO…

3. REMO: fare rete per monitorare meglio

Il monitoraggio civico sulle scelte, le risorse e gli interventi in materia di ambiente e transizione ecologica può essere una leva davvero innovativa e incisiva nel prossimo futuro sia per migliorare l’accountability istituzionale, sia per stimolare una partecipazione pubblica puntuale, attenta e competente sui problemi che affliggono i nostri territori, dal dissesto idrogeologico all’inquinamento di acque, aria e suolo, dai nodi della mobilità sostenibile e della gestione dei rifiuti alle sfide dell’economia circolare.

Da questa consapevolezza e da questa urgenza condivise, frutto delle iniziative di networking del progetto, nasce REMO-REte di MOnitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente. REMO è raccolta intorno a un manifesto, siglato come prime firmatarie da dodici realtà della società civile italiana, che a sua volta delinea un quadro comune di intenti e proposte per valorizzare la pratica del monitoraggio civico sulle ingenti risorse comunitarie – decine di miliardi di euro – destinate nei prossimi sette anni a finanziare in Italia interventi cruciali sul piano ambientale: ai fondi residui della Politica di Coesione dell’Unione Europea 2014-2020, si sommano infatti le risorse della nuova programmazione 2021-2027 relative all’Obiettivo di Policy 2 “Un’Europa più verde”, insieme a quelle del Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027, del programma supplementare REACT EU, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con la sua Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.

Sulla base di queste premesse, le organizzazioni aderenti a REMO si impegnano a:

  • Scambiare, condividere e migliorare i metodi e gli strumenti del monitoraggio civico.
  • Mettere le proprie competenze a disposizione di tutti coloro i quali intendano realizzare iniziative di monitoraggio civico ambientale sui propri territori.
  • Facilitare il dialogo e promuovere la co-progettazione e la valutazione condivisa tra le realtà promotrici di iniziative di monitoraggio civico dei progetti ambientali e le istituzioni europee, nazionali, regionali e locali responsabili della programmazione, allocazione e gestione delle risorse comunitarie.
  • Favorire il dibattito sui risultati delle esperienze di monitoraggio civico ambientale, tenendo informate e coinvolgendo l’opinione pubblica, la società civile, i media, le comunità degli esperti, le università e le istituzioni pubbliche.
  • Contribuire attivamente alle iniziative di monitoraggio civico del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza promosse dalle organizzazioni e dalle reti della società civile italiana, fornendo un contributo specifico sui temi ambientali.

Dal punto di vista delle proposte di policy, gli aderenti a REMO chiedono di:

  • Richiamare esplicitamente il monitoraggio civico come buona pratica da sostenere e valorizzare nei testi, nelle disposizioni e nei regolamenti che disciplinano l’utilizzo dei fondi comunitari per l’ambiente, la sostenibilità e la transizione ecologica.
  • Assicurare che la cittadinanza organizzata partecipi attivamente alle scelte di programmazione delle risorse e dei fondi ambientali, e che tali scelte siano compiute sulla base dei risultati dei monitoraggi civici di interventi già conclusi, del coinvolgimento delle comunità locali e degli esperti, della sistematica valutazione della loro efficacia dal punto di vista dei beneficiari finali.
  • Garantire un presidio efficace sulla realizzazione delle opere grazie alla disponibilità di informazioni tempestive e aggiornate, pubblicate secondo il paradigma dell’open data, corredate da metadati per la loro corretta interpretazione e accessibili tramite Application Programming Interfaces (APIs), così come avviene già oggi nel caso del portale governativo OpenCoesione.
  • Promuovere e istituzionalizzare processi di deliberazione pubblica centrati su un dialogo informato, paritario e strutturato tra le comunità territoriali e nazionali, le amministrazioni pubbliche a tutti i livelli di governo e i soggetti pubblici e privati responsabili dell’attuazione dei progetti e degli interventi ambientali oggetto di monitoraggio.
  • Avviare a livello nazionale una serie di sperimentazioni di monitoraggio civico ambientale individuando alcuni progetti pilota da diffondere e replicare, dopo un’opportuna valutazione sul loro esito, in altre realtà territoriali italiane.

4. What’s next

Monitorare sul campo – equipaggiati di competenze e strumenti adeguati – l’andamento dei progetti, il loro stato di avanzamento e l’uso delle risorse, verificare il reale impatto sui cittadini beneficiari, portare alla luce punti di forza e criticità, dialogare con i decisori pubblici condividendo idee e proposte per migliorarli e realizzarli efficacemente, anche nell’ottica di una futura programmazione. In estrema sintesi è questo, come abbiamo visto, il senso del monitoraggio civico.

All’atto della sua conclusione, il progetto “Una rete nazionale di monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile” guarda già al futuro. Con la consapevolezza che l’originale combinazione tra lo sviluppo di nuovi metodi e strumenti, il lavoro di networking, l’organizzazione di attività di formazione, sensibilizzazione e disseminazione, si è dimostrata una valida ricetta, che può funzionare e che merita attenzione e considerazione.

Questo vale a maggior ragione oggi, di fronte alle sfide cruciali della sostenibilità ambientale, della transizione ecologica, della lotta ai cambiamenti climatici. Per superarle occorrono – anche – prassi e metodologie efficaci e innovative di monitoraggio sull’utilizzo delle ingenti risorse che su questi capitoli saranno messe a disposizione nel nostro Paese con la nuova programmazione 2021-2027 della Politica di Coesione e con il PNRR. E occorre dare una risposta a una richiesta pressante e largamente disattesa di partecipazione, di impegno concreto, di presa di parola da parte dei cittadini.

La buona notizia è che, nel fare ciò, possiamo attingere a un patrimonio, ricco ed esplorato solo in parte, di intelligenze, saperi ed energie collettive che sprigionano dai giovani, dagli studenti, dagli attivisti dei gruppi, delle organizzazioni, delle reti della società civile e dei movimenti sociali. Se adeguatamente valorizzato e sostenuto, il monitoraggio civico ambientale può essere una chiave di volta per offrire una risposta a queste sfide e a queste domande urgenti e ineludibili. Vale la pena scommetterci.

Il Rapporto

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Il Toolkit

Video-tutorial all’uso di Monithon
Presentazione sui Fondi Europei per l’Ambiente

Photo by @Bianca_do