Studenti, giornalisti e sindaci: costruire un ecosistema civico per migliorare le politiche europee
In occasione dell’evento finale del progetto AwareEU il 23 maggio alla Rappresentanza dell’Unione Europea a Roma, ho avuto il piacere di moderare un panel dedicato al monitoraggio civico e al suo ruolo nel promuovere una maggiore trasparenza, una comunicazione basata su evidenze e un coinvolgimento reale dei cittadini nell’attuazione dei fondi europei.
La sessione ha messo a confronto tre prospettive che, insieme, rappresentano le basi di quello che considero un vero e proprio ecosistema civico: studenti e comunità attive, nuove forme di giornalismo civico, e amministrazioni pubbliche disposte a dialogare.
Perché il monitoraggio conta: la visione della Commissione Europea
Prima di aprire il panel, abbiamo avuto il piacere di ascoltare Francesco Rossi Salvemini, rappresentante della Commissione Europea in Italia. Il suo intervento ha offerto una preziosa prospettiva istituzionale, inquadrando il dibattito negli obiettivi più ampi di trasparenza e partecipazione dell’Unione Europea.
Ha esordito sottolineando come le iniziative che puntano ad avvicinare i cittadini al modo in cui viene speso il denaro pubblico — in particolare quello europeo — non siano solo benvenute, ma essenziali. Come ha affermato:
“Personalmente trovo estremamente importante coinvolgere i cittadini nel monitoraggio dell’uso del denaro pubblico — che si tratti di fondi nazionali o europei. Quanti di noi, io compreso, sanno davvero chi è responsabile di quello che sta succedendo nei nostri quartieri? Chi gestisce i progetti? Quale Comune, quale autorità locale? Questo tipo di monitoraggio non è importante solo per i fondi UE: dovrebbe valere per tutte le risorse pubbliche. Spesso sprechiamo le nostre energie intellettuali sul gossip politico o sul calcio, quando potremmo dedicarci a capire meglio da dove arrivano le risorse e come vengono spese.”
Ha poi osservato che, paradossalmente, monitorare i fondi europei è in certi casi più semplice rispetto a quelli nazionali, grazie a strumenti come OpenCoesione, da lui indicato come una buona pratica europea. OpenCoesione, infatti, permette ai cittadini di vedere chiaramente quali progetti sono previsti, dove si trovano e qual è il loro stato di avanzamento — informazioni che nel caso dei fondi nazionali sono spesso molto meno accessibili.
Parlando della Recovery and Resilience Facility (RRF) e del PNRR, ha evidenziato una debolezza strutturale: a differenza della Politica di Coesione, il PNRR non dispone di una piattaforma centralizzata equivalente a OpenCoesione, anche se molte informazioni sono comunque disponibili nei portali nazionali ed europei — purtroppo, spesso nascoste in documenti tecnici e non facilmente accessibili a chi non è esperto.
Infine, ha sottolineato come il sistema di monitoraggio nazionale REGIS, pur considerando i suoi limiti, rappresenti un buon esempio a livello europeo. Offre infatti una visione centralizzata sull’avanzamento della spesa, sui beneficiari e sugli appalti, e costituiscono una base utile su cui costruire nuove iniziative di monitoraggio civico.
Il monitoraggio civico come strumento per il giornalismo
Antonella Ciociola (Monithon) ha introdotto il progetto AwareEU e alcuni dei risultati ottenuti.
Il progetto ha analizzato casi di progetti finanziati Fondi di coesione 2007-2013 e 2014-2020 e PNRR in Italia e sul loro impatto, a partire dai report di monitoraggio civico pubblicati su Monithon e creati da studenti e società civile.
Attraverso un percorso di mentoring organizzato da info.nodes, giovani giornalisti/e hanno utilizzato le tecniche di storytelling e data journalism per sviluppare e adattare tali contenuti a un pubblico più vasti. I dati sono stati analizzati ulteriormente anche attraverso l’esperienza di onData nell’infografica e nella visualizzazione dei dati.
Sono inoltre disponibili online 4 videopillole di taglio informativo, realizzate con la supervisione di Monithon, che illustrano il funzionamento delle politiche di coesione e del PNRR e l’impatto positivo che i fondi europei hanno avuto sul territorio e sulla società: Che cos’è e come funziona il PNRR; Cosa sono e come funzionano le politiche di coesione; Cos’è OpenCoesione? Scopri come vengono spesi i fondi europei; Cos’è il monitoraggio civico? Scopri come puoi farlo anche tu.
Il monitoraggio civico come pratica formativa e relazionale
La Prof.ssa Marinella Belluati (Università di Torino) ha condiviso la sua lunga esperienza nella conduzione del laboratorio sul monitoraggio civico all’UniTo, che negli ultimi cinque anni ha coinvolto oltre 500 studenti.
“Il monitoraggio civico porta quella concretezza che manca spesso nel comunicare l’Europa.”
Ha raccontato come gli studenti si sorprendano nel vedere quanto i progetti finanziati con fondi europei incidano concretamente sulle loro vite, e come si sentano responsabilizzati nel poterne seguire l’attuazione.
Un “effetto wow” che, secondo Belluati, si verifica anche sul lato delle amministrazioni, che spesso si sentono valorizzate da questo sguardo attento, partecipe e non pregiudiziale.
Il suo messaggio è stato chiaro: per far crescere queste esperienze serve una rete nazionale, che connetta le realtà locali e valorizzi la dimensione relazionale.
E soprattutto, non basta raccogliere dati: serve dialogo, perché la democrazia non è solo trasparenza, è partecipazione.
Il giornalismo “oltre la redazione” incontra il civic media
La Prof.ssa Elena Valentini (Sapienza Università di Roma) ha collegato il tema al dibattito accademico più attuale, presentando i risultati della sua recente special issue sul tema Journalism beyond the newsroom.
Secondo Valentini, Monithon rappresenta una concreta espressione di questo nuovo giornalismo: un giornalismo “oltre” quello tradizionale, che coinvolge nuovi attori come cittadini, studenti e comunità locali.
Non si tratta di voler “diventare giornalisti”, ma di una vocazione civica: contribuire all’informazione pubblica perché si vuole incidere sulla realtà.
Ha sottolineato l’importanza di una alleanza trasversale tra civic media, istituzioni, giornalisti e accademici, per restituire la complessità dei temi trattati e superare la frammentarietà delle narrazioni.
“Il valore dei pubblici, dei cittadini attivi, è centrale. È questa la vera svolta dell’‘audience turn’ negli studi sul giornalismo.”
Il punto di vista delle istituzioni: coinvolgimento e strutturazione
Giorgio Martini, già Autorità di Gestione del Programma PON Metro, ha portato la prospettiva concreta della pubblica amministrazione.
Ha raccontato episodi emblematici – come la visita con il comitato civico alle Vele di Scampia o il confronto acceso a Milano sulle piste ciclabili – per mostrare quanto sia importante leggere il territorio, ascoltare i cittadini, ma anche mediare interessi contrapposti.
“Il monitoraggio civico deve essere pensato fin dall’inizio, come parte integrante dei programmi. Dall’immaginazione dei progetti, al monitoraggio, fino alla valutazione.”
Martini ha insistito sulla necessità di strutturare il monitoraggio civico, anche prevedendolo all’interno dei programmi europei. Ha proposto di integrarlo in tutte le fasi del ciclo di vita dei progetti: progettazione, attuazione, valutazione dell’impatto nel tempo.
Verso un ecosistema partecipativo dei dati pubblici
Studenti, civic media e amministrazioni pubbliche non sono attori isolati, ma componenti interdipendenti di un sistema in cui i dati aperti vengono utilizzati per informare, coinvolgere e migliorare l’azione pubblica. Il panel di Roma mi ha confermato che questo ecosistema esiste già. Ma la sua efficacia dipende da una condizione: riconoscere e valorizzare le relazioni che lo sostengono. Tra curiosità civica e professionalità, tra partecipazione dal basso e capacità istituzionale, tra chi produce dati e chi li usa per il bene comune.
Le considerazioni emerse ci aiutano, prendendo spunto dalla proposta della Prof. Belluati e dall’ottima riuscita delle esperienze in corso, a mettere a fuoco la proposta di rafforzare la rete nazionale di università che propongono il monitoraggio civico come attività formativa, utilizzando la metodologia formalizzata di Monithon come nucleo centrale e il nostro staff come hub al servizio degli attori coinvolti.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!